DI MARCO CEDOLIN
http://ilcorrosivo.blogspot.com/2010/05/il-dito-nella-piaga.html
Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad durante il suo intervento
alla conferenza per la revisione del Trattato di non proliferazione
nucleare in corso al Palazzo di Vetro dell’Onu a New York, ha chiesto lo
smantellamento delle armi nucleari americane in Europa ed in
particolare in Italia. Dal momento che “l’utilizzo di armi nucleari da
parte degli Usa ha scatenato una corsa al nucleare” e gli Stati Uniti
“usano la minaccia nucleare contro altri Paesi, compreso l’Iran”.
Una richiesta certamente legittima che “mette il dito nella piaga”
costituita dalla paradossale situazione esistente ancora oggi, ad oltre
60 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, in stati Come Italia,
Germania e Giappone, deprivati della propria sovranità e ridotti al
ruolo di colonie degli Stati Uniti. Colonie deputate ad ospitare basi
militari di varia natura ed armamenti di ogni tipo fra cui una
considerevole quantità di testate nucleari.
Basti pensare che gli USA mantengono nel mondo circa 850 basi
(escludendo quelle segrete di cui non è nota l’ubicazione) 500 delle
quali in Europa e 113 in Italia. Proprio in Europa sono allocate 480
bombe nucleari, di cui 90 sul suolo italiano. L’Italia versa ogni anno
nelle casse statunitensi una cifra nell’ordine del mezzo miliardo di
dollari, per coprire il 41% dei costi delle basi USA e delle truppe
americane presenti nel nostro paese.
Posti di fronte alla richiesta di Ahmadinejad ed incapaci di produrre
una qualsiasi riflessione di un qualche spessore, i componenti della
delegazione italiana e delle altre delegazioni europee, hanno scelto la
via della fuga (che sempre si confà ai pavidi ed agli impostori)
abbandonando l’aula in segno di protesta.
Protesta per cosa? Solamente per qualcuno che ha avuto il coraggio di
dire la verità, quella verità che da 65 anni una classe politica servile
al proprio padrone a stelle e strisce continua a sottacere a tutti gli
italiani.