ANTIPROIBIZIONISMO/ PORTOGALLO E DINTORNI

un altro messaggio e’ possibile

Post n°33 pubblicato il 01 Maggio 2010 da dinaforever
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ANTIPROIBIZIONISMO

 

 Nel dicembre 2009 l’ENCOD (European Coalition for Just and Effective Drug Policies),
in Europa, e Il Manifesto, in Italia, hanno pubblicato alcune note sul
rapporto "Drug Decriminalization in Portugal. Lessons for Creating Fair
and Successful Drug Policies", dell’ Istituto di ricerca americano Cato
Institute (Washington DC). Il rapporto mette insieme sette anni di dati
dalla depenalizzazione del consumo di droghe, introdotta nel luglio
2001, che ha riguardato l’acquisto, il possesso e il consumo di tutte
le droghe senza eccezioni, eroina e cocaina incluse. Una legge che non
ha paragoni al mondo. Glenn Greenwald, uno dei 25 costituzionalisti
liberali più influenti degli Usa, e giornali come The Economist hanno plaudito all’esperienza portoghese. 

Da
quella data in Portogallo il consumo di droghe non è un reato, ma una
violazione soggetta a una sanzione amministrativa, cioè una multa.
L’uso personale è multato, mentre i gli addicted (dipendenti o
consumatori regolari) sono inviati alla "Commissione per disincentivare
il consumo di droga", formata da un giudice, uno psicologo e un
assistente sociale.  Il personale di questi servizi è addestrato
psicologicamente e socialmente a misurarsi con casi di tutti i tipi,
specialmente con quelli più difficili. Gli operatori hanno imparato che
trattare il consumatore come un essere umano meritevole di rispetto
produce risultati quasi immediati e stupefacenti. In questo modo il
contatto con i consumatori è affidato non alle forze dell’ordine  ma
alla responsabilità di personale specializzato. Trattare i
tossicodipendenti come membri a pieno titolo della società evita la
stigmatizzazione di una accusa penale in tribunale. Si evita tutto
l’armamentario consueto del sistema giudiziario e penitenziario; i
membri della "Commissione di dissuasione" vestono in modo informale, ed
sono tenuti per legge a rispettare in ogni momento i diritti del reo.
Il consumatore non è più visto come un criminale, ma come un paziente:
col risultato di spingere i consumatori problematici a rivolgersi ai
servizi socio-sanitari.

Gli esiti della depenalizzazione dell’uso
sono decisamente positivi; per esempio, il numero dei decessi
droga-correlati, che nel corso degli anni novanta era andato
aumentando, è passato da 400 nel 1999 a 290 nel 2006. E, citando ancora
il rapporto, a partire dal 2001 il numero di nuovi casi di Hiv e Aids
tra i tossicodipendenti è ogni anno in forte calo. "Gli esperti –
spiega l’autore Glenn Greenwald – attribuiscono questi trend positivi
all’aumentata capacità del governo portoghese di offrire programmi di
trattamento ai cittadini: un aumento reso possibile, per svariate
ragioni, dalla depenalizzazione".
I tassi di prevalenza (cioè
quante persone hanno utilizzato una specifica droga durante la loro
esistenza), sono scesi nella maggior parte delle categorie, rispetto ai
tassi nel 1990 prima che la normativa fosse approvata. 

Una
precedente relazione dalla Fondazione Beckley nel 2007 arrivava alle
stesse conclusioni di Greenwald, in particolare, che la
decriminalizzazione ha di fatto spostato l’attenzione su una strategia
di prevenzione e di trattamento ed è riuscita a ridurre i problemi
derivanti dall’uso di droga. 

In una intervista dello scorso gennaio Joao Goulao, presidente dell’ Instituto de Droga y Toxicomania (IDT)
ha raccontato la sua esperienza: quando alla fine degli anni ottanta la
droga irrompe nella società portoghese, da medico, comincia a occuparsi
di tossicodipendenza. Segue un corso pratico nella capitale e poi apre
uno centro d’assistenza ad Algarve.  Dal 1987, e per due
decenni, lavora alla prevenzione, al trattamento e al reinserimento dei
drogati. Oggi coordina la lotta antidroga del suo Paese, e da un mese
l’Ue-27 l’ha eletto presidente dell’Osservatorio Europeo per le Droghe
e le Tossicodipendenze (OEDT) che ha sede a Lisbona.

 All’epoca,
gli ambienti più conservatori pronosticavano niente meno che
l’apocalisse. "Arriveranno aerei zeppi di studenti per fumare
marijuana, sapendo che non andranno in prigione. Gli promettiamo sole,
spiaggia e la droga che desiderano", diceva il deputato di destra Paulo
Portas. Nessuna delle terribili previsioni si è  verificata.
Tutt’altro, il consumo delle droghe è diminuito, "soprattutto tra i più
giovani – racconta Joao Goulao – I nostri risultati vengono analizzati
in altri Paesi. Argentina, Messico e Repubblica Ceca hanno preso spunto
dalla nostra linea".

Sulla stessa linea una intervista di pochi
giorni fa al brasiliano  Alexandre Addor Neto, dirigente della OAS
(Organization of American States), pubblicata sulla "La Voz de Galicia". Neto riferisce dell’ incontro dellaCommissione
Interamericana per il Controllo dell’ Abuso di Droghe (Cicad), aderente
all’ IDT, svoltosi a Lugo, in Spagna, dal 21 al 23 aprile, fra sindaci
e rappresentanti di 40 città e 34 paesi europei, latino americani e
caraibici, per scambiarsi le esperienze in materia di riduzione della
domanda di droghe.

Un’ altra voce che racconta del panorama desolante che la guerra alla droga ha prodotto, dimostrandosi una strategia superata.

Riferisce
l’intervista  che i tre ex presidenti latinoamericani, fra i quali il
brasiliano Henrique Cardoso, che già avevano lanciato un appello un
anno fa, hanno presentato recentemente le conclusioni di una
commissione regionale su droghe e democrazia in San Paolo. Il verdetto
è stato che la guerra alla droga è un fallimento; le reti di
trafficanti hanno messo radici e il denaro di questo commercio illegale
ha infettato la politica.  Gli ex presidenti dei tre paesi più popolosi
dell’ America Latina [Brasile, Messico e Colombia], in un programma
chiamato Droghe e democrazia, propongono un punto di vista diverso del
problema della droga: che il consumo sia visto più come un problema di
salute pubblica che penale, che si consideri la depenalizzazione delle
droghe leggere, e si continui a combattere il traffico, come un
elemento essenziale della criminalità organizzata
transnazionale. Considerare gli effetti della corruzione nel traffico e
la sua penetrazione nel campo politico. Una proposta da discutere.